Percorso ad anello

con visita al Museo della Civiltà Contadina e a San Bartolomeo in Bosco

Lunghezza del percorso: Km 12,8 Tempo di percorrenza senza soste: 23 minuti circa

E’ un percorso che porta alla scoperta del cuore produttivo della campagna ferrarese, passando attraverso campi di cereali, soia e barbabietole da zucchero e frutteti si scopre un territorio fortemente antropizzato, dove le opere di bonifica nei secoli hanno permesso una ottima integrazione terra/acqua consentendo all’agricoltura di prosperare come in poche altre parti della nazione.Partendo dall’agriturismo si gira a sinistra lungo la Via Sgarbata che si percorre per circa Km 4,7 attraversando ogni tanto gruppi di case (Borgo Sgarbata, Borgo Colombara e Borgo Bassi) in mezzo all’aperta campagna. Quando la strada si conclude con un segnale di stop si è nel paese di San Bartolomeo in Bosco, fondato nel 1735 dopo le bonifiche volute alla fine del secolo precedente dai cardinali che amministravano l’ex ducato estense inglobato nel Dominio Pontificio. L’antica chiesa del 1783 fu distrutta dai bombardamenti alla fine del secondo conflitto mondiale e fu ricostruita nel 1954 e consacrata nel 1959 come la si vede oggi, il campanile che la fiancheggia è rimasto originale, semplice come le costruzioni dell’epoca. Di fronte una bella villa della metà del diciannovesimo secolo, della stessa epoca di altre belle case padronali sopravvissute ai pesanti bombardamenti che hanno colpito la zona proprio negli ultimi giorni di Aprile del 1945, a conflitto quasi terminato.La strada principale è intitolata al conte Bartolomeo Masi, è sempre diritta per circa Km 4,2. Il paese si sviluppa lungo di essa e ai due lati si incontrano molte case e negozi, sopratutto nel piccolo centro attorno alla chiesa.Alla fine di Via Masi si svolta a destra lungo la Via Imperiale che si percorre per 600 metri arrivando al Museo della Civiltà Contadina sito in Via Imperiale 265. Il suo vero nome è Centro di Documentazione del Mondo agricolo Ferrarese, e nasce nella metà deli anni ’80 dalla collaborazione del Centro Etnografico del Comune di Ferrara con Guido Scaramagli, appassionato raccoglitore di vecchi “pezzi di vita” dei contadini fra la fine dell’ottocento e i primi anni del novecento. Vi sono esposti circa 30.00 pezzi, ma quello che lo rende veramente interessante è la disposizione di questi oggetti nel luogo del loro effettivo uso: c’è infatti una sezione dedicata al BORGO che ripropone i vari negozi e botteghe e luoghi di ritrovo così com’erano con all’interno le suppelletili che vi si trovavano un secolo fa, una sezione dedicata alla CASA RURALE riprodotta fedelmente come fosse ancora abitata e una sezione dedicata alla MECCANIZAZZIONE AGRICOLA dove si trovano gli oggetti del lavoro quotidiano nei campi, più una interessante esposizione dei mestieri ambulanti rappresentati da manichini che portano le merci da vendere o quanto occorre per piccole riparazioni.Il museo è aperto tutte le mattine, ma, prenotando, si può visitare anche al pomeriggio. All’uscita si riprende Via Imperiale svoltando a destra ripercorrendola per Km 1,4, poi si svolta a destra lungo una strada bianca (non asfaltata) che si chiama Stradone del Gallo. La si percorre per circa Km 2,4 e si sbuca di fronte all’agriturismo Lama di Valle Rosa.

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